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RIFLESSIONI SUL DENARO

L’argomento “denaro” è stato trattato nel corso del tempo da molte angolazioni, essendo così importante nella vita degli esseri umani.

E non è certo un argomento che rimane circoscritto all’economia e alla finanza.

La religione, la filosofia, la psicologia, la sociologia ed altre discipline non possono eluderlo e non lo hanno fatto.

Riportiamo alcune riflessioni sul denaro, tra le tante, che ci hanno particolarmente colpito.

 

Claudio Widmann nel suo libro “Il mito del denaro”

Solo chi riesce ad assumerlo a valore, e non come misura dei valori, si può servire del denaro in maniera davvero redditizia.

Si può ancora dire con parole di Simmel che “la facoltà di produrre oggetti simbolici festeggia nel denaro il suo maggior trionfo”.

 

Igor Sibaldi nel “Libro dell’abbondanza”

I soldi di per sé non sono affatto un emblema, spiegava Gesù.  Sono oggetti sui quali è stato impresso un marchio, e che il Cesare di turno diffonde tra la gente, confidando che la gente ne sia intimidita, attratta, ipnotizzata, come avviene con le cose che l’autorità fa ritenere importanti, e in particolar modo con gli emblemi.

Si provi a vedere la cosa “soldi” per quel che è – propone Gesù - e ci si accorgerà che tutte le componenti della sua fascinazione non sono nei soldi stessi: ovvero costituiscono non un oggettivo dato di fatto, bensì un problema nella percezione del reale, che è necessario risolvere.

Lo si risolva o no in un tempo ragionevole, la conseguenza di questo argomento evangelico è che il peso psicologico della cosa chiamata “soldi” diminuisce d’un tratto: l’individuo può cominciare a valutare l’opportunità di possedere la quantità di soldi che vuole, senza venirne posseduto.

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Robert Kiyosaki in diversi libri della serie “Rich Dad” afferma che il “Padre Ricco” - una sorta di mentore nell’ambito finanziario, che lui chiamava così per distinguerlo dal suo vero padre, che ricco non era - gli diceva che il denaro non è altro che un’ “idea”.

L’affermazione è spiazzante, ma se ci si pensa, non è priva di fondamento: il denaro in effetti è un’invenzione dell’uomo e quindi, al di là della forma che ha assunto nel corso della Storia, fa comunque parte di una convenzione sociale.

Lo stesso Giacinto Auriti afferma che il denaro non è una merce, con un suo valore proprio, bensì appartiene al mondo delle idee e che la particolare utilità del denaro risiede nell’accordo sociale tra consociati.

Secondo Auriti, una persona accetta il denaro perché sa che altre persone a loro volta saranno disposte ad accettarlo a fronte di beni e di servizi.  E di conseguenza, il valore del denaro è solo un prodotto del pensiero dell'uomo, senza il quale questo particolare oggetto non avrebbe alcuna utilità.

Utilità che esiste nella misura in cui le persone hanno fiducia nel fatto che lo stesso denaro potrà essere speso. È questo processo mentale, ossia questa idea, che conferisce valore autentico al denaro. Quindi il valore del denaro deriva dall’attività mentale delle persone che lo riconoscono.

Visto da questa prospettiva, il denaro è svincolato dalla forma esteriore che assume di volta in volta ed assume un significato che va ben oltre l’aspetto strettamente economico.

Il denaro può essere visto come mezzo oppure come fine: ci sono persone che lo concepiscono come mezzo per ottenere i propri scopi ed altre invece come lo scopo supremo.

Per queste ultime potrebbe essere utile considerare che non è il denaro ad essere la causa di tutti i mali, bensì l’attaccamento allo stesso.

 

Studio Santi & Associati © Marzo 2018