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IL PARADOSSO DEL LIBERO PROFESSIONISTA

Colui o colei che ha scelto una libera professione, prima o poi, si rende conto del paradosso che è costretto a vivere.

Costoro hanno scelto di essere “liberi”, di non avere un capo che dice loro cosa fare, di fare a modo loro. E spesso antepongono a molti altri valori quello dell’indipendenza. Non è la sicurezza economica il loro obiettivo primario, bensì una condizione di soggetto indipendente e libero di agire.

               

Per essere competitivo, il libero professionista lavora come un matto, tanto che le ore di lavoro non le conta nemmeno più, lavora nei festivi, il sabato la domenica, nelle feste comandate. Spesso non ha nemmeno un confine preciso tra la vita lavorativa e quella privata.  Cerca di migliorarsi continuamente per essere apprezzato dai clienti e potenziali tali.

Ma più diventa bravo e più la gente lo cerca e più lo cerca, più lavora. Più lavora e meno è libero di agire. E quindi arriva il momento in cui si chiede se è proprio un “libero” professionista o piuttosto un illusionista di se stesso che si è creato la propria gabbia, ci si è infilato dentro ed ha gettato via la chiave.

Presto o tardi si rende conto di questa grama condizione che lo ha portato a vivere un vero e proprio paradosso.

E’ proprio vero che al destino non manca il senso dell’ironia.

                           

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