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CI SI RICORDA di COME LO HAI DETTO e COME LO HAI FATTO

Ci si ricorda bene di come lo hai detto e di come lo hai fatto, ma non altrettanto di cosa hai detto e di cosa hai fatto.

Le impressioni si ricordano anche a distanza di tanti anni, ma spesso non ci si ricorda di preciso ciò da cui sono derivate.

Ci si ricorda in modo molto marcato di come hai detto qualcosa e non sempre di cosa hai detto.

Mi è capitato di sentire di recente Flavio Briatore in una trasmissione di Daria Bignardi a cui le ha detto che Mauro Crozza, in una delle sue imitazioni, lo ha fatto arrabbiare ma non ricordava per quale motivo.

Si ricordava che Crozza lo aveva fatto arrabbiare (impressione e quindi effetto) ma non si ricordava per quale motivo (causa).

Non è un’eccezione, infatti se ci pensiamo bene, ricordiamo episodi lontani nel tempo, caratterizzati soprattutto da forti emozioni, episodi di cui è vivido il ricordo dell’intensità delle emozioni stesse (rabbia, gioia, commozione, ecc.), ma non sempre ricordiamo altrettanto bene e con la stessa precisione i dettagli delle circostanze da cui le emozioni sono derivate.

Quindi, anche nella quotidianità, nella vita privata e soprattutto nelle attività imprenditoriali e professionali, occorre fare molta attenzione a possibili situazioni che possano causare emozioni negative, al di là del valore economico sottostante o del valore in sé che vorremmo attribuire.

Per esempio, se si va in un ristorante e si trova un insetto nel piatto, lo sfortunato cliente darà un “valore” all’episodio pari al prezzo del piatto? E’ alquanto probabile che l’impressione negativa del cliente e quindi il danno di immagine siano di gran lunga superiori al prezzo del piatto stesso e, si può esserne certi, il ricordo rimarrà per sempre indelebile.  Altro che prezzo del piatto…

E’ probabile poi che a distanza di molti anni quella persona si ricorderà molto bene dell’insetto nel piatto ma potrebbe non ricordarsi altrettanto bene di quale insetto si trattava.

Ma è l’impressione che conta (ossia l’effetto) e quindi occorre stare molto attenti a ciò che potrebbe scatenarla, (ossia la causa).

Ci sono cose che semplicemente non devono succedere e che costituiscono un punto di non ritorno. A meno che non sia proprio ciò che vogliamo …

Nell’ambito della comunicazione, occorre insistere nella sua adeguatezza e nella sua continuità soprattutto quando si vuole informare e lasciare un impressione di professionalità e di generosità nel fornire informazioni, soprattutto di valore.

Non sempre i destinatari delle comunicazioni leggono tutto ed in dettaglio, ma rimane loro l’impressione di essere seguiti e di avere interlocutori che comunicano e che si sforzano di farlo.

Anche in questo caso, a distanza di tanto tempo, ci si può ricordare che quella tale azienda o quel tale studio professionale comunicavano informazioni con una certa intensità ma è molto probabile che non ci si ricorderà di preciso di quali argomenti venivano trattati. Con l’eccezione probabilmente di alcuni argomenti che avessero avuto un legame con un’emozione.

Conta moltissimo l’effetto provocato da un’affermazione, da una forma di comunicazione o da un’azione, più ancora del loro contenuto.

Dobbiamo stare molto attenti all’effetto che possono provocare le nostre affermazioni e le nostre azioni, soprattutto in particolari circostanze.

Da alcune nostre affermazioni non si torna indietro e non c’è la possibilità del reset.

Come per un’email inviata inavvertitamente ad un soggetto che non era il destinatario e che non avrebbe dovuto leggere quel messaggio…

Ci si ricorda di come lo abbiamo detto e non sempre di cosa abbiamo detto.

Ci si ricorda di come lo abbiamo fatto e non sempre di cosa abbiamo fatto.

Spesso è l’effetto che conta, molto più del contenuto o della sostanza.

Dovremmo ricordarcelo sempre.

 

Fabrizio Santi c/o Studio Santi & Associati © novembre 2019