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IL RISCHIO DEL DECLASSAMENTO DEI B.T.P.

12.04.2020

L’analista tedesco Michael Leister di Commerzbank, la seconda banca tedesca e partecipata dallo Stato tedesco, in un recente report suggerisce di “chiudere le posizioni lunghe sui BTP italiani”, ossia suggerisce di liberarsene, di venderli per il rischio di un possibile declassamento del rating dell’Italia.

E’ quello che apprendiamo da un articolo de Il Sole 24 Ore del 2 aprile.

Declassamento che, secondo l’analista, sarà molto probabile a seguito delle misure restrittive messe in atto per affrontare l’emergenza sanitaria del coronavirus con inevitabile impatto sull’economia del Paese e quindi con un rapporto “debito-PIL” che quest’anno sfiorerà il 150%. La cui previsione di discesa al 145% “potrebbe non bastare a prevenire un downgrade a junk”. Junk significa spazzatura !  Capito !?

Poi l’analista rincara la dose scrivendo che con l’Italia l’incubo dell’euro potrebbe diventare realtà.  E chi vuole intendere, intenda.

La reazione politica non s’è fatta attendere e infatti il viceministro del Ministero dello Sviluppo Economico, Stefano Buffagni, esponente del M5S scrive su Fb: «In piena emergenza coronavirus, in piena pandemia mondiale, la Germania non solo fa muro da settimane sugli aiuti all’Italia, ma ora ci attacca anche direttamente invitando a vendere i titoli di Stato italiani tramite la seconda banca di Germania, la Commerzbank, posseduta al 15% proprio dallo Stato tedesco...Questa notizia può provocare danni economici giganteschi, il governo tedesco intervenga subito per bloccare questa follia. Nessuno si salva da solo, non è questa l’Europa che ci meritiamo».

L’autore dell’articolo correttamente afferma che i report valgono per quello che sono, ossia sono pur sempre frutto di valutazioni personali, la Commerzbank, per quanto sia una grande banca, non rappresenta il governo tedesco ed il suo analista non rappresenta la banca stessa.

Ma, al di là di quanto possa essere irritante il contenuto del report, resta il problema del rating.

Infatti, ci sono due date da tenere d’occhio in cui si pronunceranno le agenzie di rating:  il 24 aprile si pronuncerà S&P e l’8 maggio lo faranno Moody’s e Dbrs.

Se il rating dovesse peggiorare, il tasso di interesse sui Btp dovrebbe necessariamente aumentare per rendere attraenti i titoli stessi per gli investitori, aumentando l’impatto negativo sui conti pubblici (ossia, aumenterebbe ancora di più il debito pubblico), mentre se si arrivasse ad un declassamento a “junk” le conseguenze sarebbero molto, molto pesanti.

Tutto questo ci deve fare riflettere sia su quella che chiamiamo Unione Europea che sulla solidarietà dei nostri partner europei ma anche sulla fragilità economica e finanziaria del nostro Paese soprattutto in questo momento di emergenza e di bisogno.