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L’INADEGUATEZZA e i RITARDI del DECRETO “CURA ITALIA”

Il cosiddetto Decreto “Cura Italia”, varato lunedì 16 marzo nel tardo pomeriggio (ossia il giorno di scadenza di numerosi tributi e contributi), alla fine della stessa settimana necessita ancora di ben 30 misure attuative, dalla Cassa Integrazione ai diversi sussidi.

Quindi, il Governo è ricorso alla decretazione d’urgenza il giorno delle scadenze fiscali di marzo per poi rimandare l’attuazione dei più importanti interventi a decreti ministeriali, decreti delle regioni e provvedimenti INPS.

Non possiamo non sottolineare che in questo difficile momento in cui l’economia del Paese sta andando a picco, con attività chiuse ed altre a mezzo servizio, il Governo agisce con grave ritardo e utilizza lo strumento del decreto legge che però a sua volta rimanda a decreti di ministeri e regioni e provvedimenti dell’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, lasciando le attività economiche e professionali nella più totale incertezza.

Di fronte a quella che si sta delineando come una delle più gravi recessioni economiche della Storia, stiamo discutendo su a chi dare i 600 euro di sussidio (ma per ora solo per il mese di marzo!) ed in quale modo erogarli e non sappiamo nulla di come dev’essere attuata la Cassa Integrazione per le numerosissime aziende che occupano lavoratori dipendenti.

E' meglio tacere sulla proroga di 4 giorni (quattro giorni, proprio così !), dal 16 al 20 marzo per il versamento di tributi e contributi per le aziende con più di 2 milioni di ricavi. E questo sarebbe un aiuto sotto l'aspetto economico, giusto per favorire l'aspetto finanziario delle aziende. Per tutte le altre resta la proroga - ma per ora solo della scadenza del 16 marzo - alla fine di maggio.

E poi ?  

Aziende che occupano dipendenti, che devono pagare altri costi fissi come il canone di locazione e che sono chiuse forzatamente da settimane: come faranno già dall’inizio del prossimo mese a pagare stipendi e pigioni nonostante non abbiano incassato un centesimo?

Sia chiaro, non stiamo discutendo le misure di contenimento del virus, che non vogliamo e non possiamo discutere in questa sede.

Ma possiamo e dobbiamo sottolineare che il Governo ha agito con colpevole ritardo ed in modo inadatto alla situazione.

Infatti, sin dall’inizio di questo mese con l’attuazione di misure restrittive, consistenti in chiusure forzate e pesanti limitazioni alla mobilità, era evidente che ci sarebbero state poi conseguenze sul piano economico.

Non serviva un indovino né un genio per capirlo: e allora perché attendere tanto ?

E nel momento in cui scriviamo dobbiamo ancora sopportare un inaccettabile scaricabarile con il rimando da decreto legge a decreti e provvedimenti che a loro volta tardano ad arrivare.

Con le persone spaventate dalle conseguenze virali ed economiche, stiamo assistendo ad un incredibile vuoto politico ed amministrativo.

L’economia del Paese va a picco, l’Unione Europea è tutto fuorché un’unione, la maggior parte dei media fa terrorismo e non informazione, abbiamo politici che si muovono in modo scomposto e improvvisato, c’è già in atto sciacallaggio e speculazione a tutti i livelli, ma la popolazione deve stare a casa a giocare a Monopoli …

Possiamo scegliere tra la paura e la rabbia, ma non è una bella scelta.

E’ così difficile capire che se non si attuano subito, subito e senza altri indugi, interventi economici adatti alla circostanza per il sostegno della capacità di spesa delle attività economiche e delle persone, la situazione economica e quindi sociale per la collettività può diventare tragica nel breve volgere di qualche settimana ?

Perché dovremmo assistere anche in questa grave circostanza a rimedi raffazzonati ed assunti in ritardo dopo che il vaso si è rotto ?

Si renda conto chi ha l’onere di governarci che ci possono essere punti di non ritorno: danni irrimediabili e conseguenze molto, molto gravi.

Nessuno che sia in buona fede può veramente sperare che ciò accada.

 

Studio Santi & Associati ©  21 Marzo 2020