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La FINE degli STUDI DI SETTORE … è solo rimandata

 Dopo che la grancassa mediatica prima dell’estate 2017 ha decretato il de profundis degli studi di settore, nel bel mezzo della stagione dei dichiarativi fiscali, si è insinuato nell’immaginario collettivo che gli studi stessi fossero stati finalmente aboliti.

Per un breve tratto ci abbiamo anche creduto.

E così in molti hanno abbassato la guardia tirando un sospiro di sollievo.

Studi di settore che sarebbero stati sostituiti dagli I.S.A., ossia gli Indicatori Sintetici di Affidabilità, una sorta di “pagella fiscale” da attribuire ai contribuenti che svolgono attività di impresa e di lavoro autonomo.

Dopo circa un ventennio, si è deciso quindi di mettere in pensione gli studi di settore, adottando al loro posto questo nuovo strumento di prevenzione dell’evasione fiscale e di controllo di congruità, ancora misterioso e di cui poco si sa.

Ma la realtà è che al posto degli oltre 200 studi di settore, il primo provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate, del settembre 2017, ha approvato i primi 70 indici.

E così si è pensato: e tutti gli altri ?  Beh, ci sono ancora gli studi di settore, Perbacco !

Ah ecco. E quindi la fine degli studi di settore non è netta e definitiva, ma “a rate”.

E così si è arrivati al 15 dicembre 2017 quando è stata divulgata la notizia – di cui si parlava già da qualche settimana – del rinvio di un anno dell’entrata in vigore degli I.S.A:

“È stato approvato in Commissione Bilancio della Camera l'emendamento che dispone il rinvio di un anno - e quindi al 2019 - dell'entrata in vigore degli Isa (Indicatori sintetici di affidabilità fiscale): per la prossima settimana è previsto il voto dell'Aula”.

E quindi gli studi di settore, con un piede nella fossa, sono stati rivitalizzati e rimessi a nuovo: per ora li si applica anche per l’anno di imposta 2017.   E poi chissà ?!

La fine è solo rimandata, ma le male lingue (sempre loro) già dicono che la loro fine sarà molto, molto più lontana ed il rinvio di un anno degli I.S.A. è solo l’inizio di una lunga serie di proroghe.

Del resto anche i vecchi “parametri” sarebbero stati sostituiti dagli studi di settore in breve tempo, ma invece ci sono tuttora settori economici non coperti dai relativi studi, dopo un ventennio, per i quali si applicano ancora i “parametri” medesimi.

Se tanto ci dà tanto, gli I.S.A. convivranno con gli studi di settore ancora a lungo.

E quindi, evviva gli studi ed evviva la certezza del diritto.

Certezza rafforzata da “proroghe postume”, norme spesso penalizzanti e con effetti retroattivi, rinvii dell’ultimo minuto e risurrezioni di strumenti dei quali si era annunciata la fine.

E’ proprio quello che ci vuole per favorire una sana programmazione.

                                           Immagine correlata     

Studio Santi & Associati © Dicembre 2017