LA MAGIA DELLA PROROGA POSTUMA
Sembra una contraddizione in termini e per certi versi lo è, ma nell’ambito normativo, quando si tratta di aspetti tributari, tutto è possibile.
Vediamo cos’è successo con la terza rata della cosiddetta “rottamazione dei ruoli” in scadenza il 30 novembre 2017.
Qualche giorno prima della scadenza si era diffusa la voce che la scadenza sarebbe stata prorogata al 7 dicembre, voce poi diffusa anche da un articolo de Il Sole 24 Ore.
Nel primo pomeriggio del giorno di scadenza ci è arrivata da un portale di informazioni fiscali la notizia che è stato approvato dalla Camera in via definitiva, con fiducia, il Decreto Legge 16 ottobre 2017, n. 148 (ossia, il cosiddetto “decreto fiscale collegato alla Manovra 2018”), tra le cui numerose novità spicca lo “slittamento” al 7 dicembre del termine di versamento delle prime 3 rate previste dalla “rottamazione dei ruoli”.
Il portale lo definisce “slittamento” dei termini, che nell’accezione comune può trovare un corrispondente nel termine “proroga”, ma tecnicamente in questo caso non lo è.
Non è tecnicamente una proroga, perché:
- Il Decreto Legge suddetto prevedeva inizialmente la proroga della prima e della seconda rata, ossia quelle di luglio e di settembre, ma non la terza del 30 novembre
- Nella Legge di conversione del D.L. è stato inserito un emendamento, poi approvato anch’esso, con il quale si comprende anche la terza rata del 30 novembre
- La Legge di conversione è stata pubblicata due giorni dopo la sua approvazione, ma soprattutto due giorni dopo che la scadenza del 30 novembre era trascorsa
A stretto rigore, non si può prorogare una scadenza che è già trascorsa, semmai si può avere una riapertura dei termini.
Si dirà, che importanza ha ? Basta che la scadenza sia effettivamente “slittata” al 7 dicembre…
Ma certo, basta che la magia si compia e poi che importanza ha ?
Ed è così quindi che si compie la magia della proroga postuma, ossia di un nuovo strumento giuridico che tiene in vita – senza copertura normativa ma solo a mezzo “annuncio” – una scadenza fiscale per poi “prorogarla” a posteriori, o farla “slittare”, che dir si voglia.
E’ nata così quest’anno nel nostro ordinamento la proroga postuma [1], esempio alchemico-tributario che mancava nel variegato panorama fiscale del nostro Paese.
Riproduzione riservata © Dicembre 2017 Studio Santi & Associati
[1] La locuzione “proroga postuma” è apparsa in un articolo di Raffaele Rizzardi su Il Sole 24 Ore del mese di luglio 2017 in riferimento all’annuncio dell’Amministrazione Finanziaria che i titolari di reddito di impresa potevano versare i saldi e gli acconti di imposta entro il 20 luglio senza la maggiorazione dello 0,40%, ma il comunicato è stato reso noto alla generalità dei cittadini solo il 21 luglio, ossia il giorno successivo alla scadenza ufficiale.