MA DI QUALE BONUS STIAMO PARLANDO ?
Il termine BONUS è utilizzato, anche dai media specializzati, in senso a-tecnico, invariabilmente per detrazioni, deduzioni, crediti di imposta, e agevolazioni di carattere assistenziale e incentivi economici in genere, ma ciò crea confusione.
Si sente parlare di:
- Bonus casa o bonus ristrutturazioni
- Ecobonus
- Bonus verde
- Bonus mobili
- Sismabonus
- Bonus per spese di ricerca e sviluppo
- Bonus librerie
- Bonus creatività
- Bonus formazione 4.0
- Bonus per acquisto prodotti in plastica riciclata
- Bonus bebè
- Bonus Inps 1.000 euro
- Bonus mamma
- Bonus asilo
- Bonus baby sitter
- Bonus famiglie
- Bonus nonni
- Bonus pensioni
- Bonus cultura 18enni
- Ecc. ecc.
Non si tratta in realtà di agevolazioni tra loro omogenee ed aventi la stessa natura.
La realtà è diversa, trattandosi di agevolazioni di varia natura e per lo più di carattere tributario e previdenziale.
Vale la pena fare delle precisazioni.
Innanzitutto, qual è il significato di “bonus”? L’Enciclopedia Treccani ne fornisce una spiegazione piuttosto sintetica: “incentivo economico, sconto, abbuono”.
Non è molto, ma ci può bastare.
Nel suo utilizzo comune, a largo raggio e per fattispecie tra loro eterogenee, può portare a dei fraintendimenti, anche in riferimento alle aspettative dei rispettivi destinatari o potenziali tali.
In senso a-tecnico, si tratta di “incentivi economici”, il che è molto generico, ma in senso tecnico sono necessarie delle distinzioni, precisando che si tratta di denominazioni non sempre ufficiali e quindi suscettibili di variazioni a seconda delle circostanze.
Per esempio, i seguenti “bonus” sono in realtà detrazioni [1], ossia valori che riducono l’imposta sul reddito: il Bonus casa (la detrazione fiscale per gli interventi di recupero edilizio), l’Ecobonus (la detrazione per gli interventi su edifici per il risparmio energetico), il Bonus verde (la detrazione per gli interventi di recupero delle aree verdi, o meglio, per la sistemazione “a verde” delle aree private scoperte), il Bonus Mobili (la detrazione per l’acquisto di mobili e arredi collegato ad un intervento di recupero edilizio).
Il Bonus per spese di ricerca e sviluppo è in realtà un credito di imposta, ossia un credito che sorge, a determinate condizioni, verso l’Erario e che in questo caso è utilizzabile in compensazione nei modelli di pagamento delle imposte e dei contributi (modelli F24).
I vari Bonus bebè, nonni, pensione, asilo, mamma, baby-sitter, famiglie, ecc. sono delle agevolazioni di carattere assistenziale, sotto forma di erogazioni di denaro.
Il “Bonus cultura 18enni” è una sorta di erogazione di denaro sotto forma di credito spendibile, che a stretto rigore ha natura extra-tributaria.
Sono tutti “bonus”, ossia di fatto “incentivi economici”, ma non hanno tutti la stessa natura e le stesse caratteristiche.
La confusione poi aumenta se anche le case automobilistiche fanno la loro parte estraendo dal cilindro un altro “ecobonus”, che però non ha nulla a che fare con la detrazione che sorge per le spese relative ad interventi di risparmio energetico.
Infatti, per i soggetti che acquistano, anche in leasing, ed immatricolano in Italia dall’1.3.2019 al 31.12.2021 un veicolo di categoria M1 nuovo con prezzo risultante dal listino ufficiale della casa automobilistica produttrice inferiore a € 50.000 (IVA esclusa) è riconosciuto un contributo parametrato al numero dei grammi di biossido di carbonio emessi per chilometro (CO2 g/km).
Il contributo in esame è corrisposto all’acquirente dal venditore mediante compensazione con il prezzo di acquisto e non è cumulabile con altri incentivi di carattere nazionale.
E’ di fatto un contributo statale per l’acquisto di determinati veicoli che comportano un impatto ambientale contenuto.
Quindi il termine “ecobonus” si utilizza indifferentemente per identificare detto contributo e per identificare la detrazione derivante da spese per taluni interventi su edifici che comportano un risparmio energetico.
Sempre “eco” è, ma l’uno è un contributo statale di cui beneficia l’acquirente di certi automezzi e l’altro è una detrazione che riduce l’imposta sul reddito di chi sostiene certe spese per il risparmio energetico degli edifici.
Lo scopo è sostanzialmente lo stesso e cioè ridurre le emissioni nell’atmosfera (e per gli edifici contenere i consumi energetici), ma detti strumenti di politica economica sono diversi e tecnicamente molto distanti tra loro.
In definitiva, i termini per definire le varie agevolazioni non possono essere adattati per puri fini commerciali, mentre il loro corretto utilizzo deve aiutare la collettività ad orientarsi nella “jungla” degli incentivi economici.
A nostro avviso, sarebbe opportuno evitare, soprattutto da parte degli addetti ai lavori, l’utilizzo di termini e a-tecnici e anche fuorvianti perché ciò contribuisce ad alimentare la confusione e ad impedire la corretta informazione.
Ovviamente, senza nulla togliere agli scopi istituzionali, rispettabilissimi, di detti “bonus” (pardon, incentivi economici).
Studio Santi & Associati © Febbraio 2019
[1] Per una distinzione tra detrazioni e deduzioni, si veda http://www.studio-santi.it/blog/fiscale-societario/detrazioni-e-deduzioni-facciamo-un-po-di-chiarezza/