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UNA STORIA DI COINCIDENZE

11 Gennaio 2014, Sono appena tornato da Milano dopo aver partecipato ad un corso della società HRD (di Roberto Re) intitolato “Best Year Yet, il miglior anno della tua vita”: è a proposito della pianificazione degli obiettivi e della necessità di monitorare il cammino che porta al loro raggiungimento.

Facciamo però qualche passo indietro.

Durante le festività natalizie del 2013 rifletto sulla necessità di una adeguata programmazione e del monitoraggio dei progressi nell’ambito professionale, pensando a uno strumento adatto per il monitoraggio stesso, mese per mese. Mi viene in mente uno schema a matrice, che ho appreso ad un corso sull’organizzazione degli studi professionali, nel quale un certo dott. Santioni ne ha parlato, elogiandone la praticità e la semplicità. Ci rifletto sopra, ma c’è qualcosa che non mi convince. Allora faccio una ricerca in internet e salta fuori il diagramma di Gannt, del quale un cliente dello studio, sviluppatore di software, aveva previsto una funzionalità all’interno di un applicativo che ci ha sviluppato per la gestione delle pratiche, delle attività e relative scadenze, ma poi vi abbiamo rinunciato in fase progettuale. Sottopongo al nostro cliente informatico il quesito: ora invece può essere utile per il mio scopo? Mi riferisce che integrare detta operatività all’interno dell’applicativo non è semplice e quindi è necessario che mi chiarisca bene le idee su cosa voglio veramente monitorare e quindi mi invita ad utilizzare l’applicativo stesso così com’è, indicando le date previste di inizio e fine delle singole attività che compongono una pratica. In tal modo, seppure in forma non grafica, posso tenere sotto controllo l’evolversi delle varie attività e quindi delle relative pratiche. Devo però prima di tutto fare un piano per definire quali sono gli obiettivi che intendo perseguire e in quale modo: in altri termini, quali sono le “pratiche” che intendo completare (obiettivi da raggiungere) e quali sono le singole “attività” che la compongono e in quale modo ed entro quali scadenze completarle.

Proprio prima delle festività natalizie 2013 la HRD pubblicizza il citato Best Year Yet a cui mi sono deciso di iscrivermi ai primi di gennaio 2014, con la speranza che proprio da lì avrei appreso ulteriori elementi a vantaggio di questa evoluzione che intendo portare avanti.

Tornando quindi dal corso suddetto, ho riflettuto sull’importanza estrema di pianificare gli obiettivi con un approccio molto pratico: gli obiettivi devono essere formulati in modo preciso e in modo che possano essere misurabili.

Ebbene, non appena torno a casa, decido di mettere mano alla pianificazione degli obiettivi, con le attività necessarie per raggiungerli in un’ottica di monitoraggio mensile dei progressi: “Lo faccio domani mattina, domenica” mi dico.

Stanco della giornata, dopo cena, mi dirigo nella mia camera e prendo un libro, appoggiato sul comodino, intitolato “Aspira al top, riscopri i tuoi sogni attraverso il potere magico delle parole” di Kevin Hall, perché non ricordo quello che ho letto la sera prima a proposito dell’etimologia della parola “leader”: ri-scopro che deriva da due parole di origini indo-europea, “lea” che significa “cammino” e “der” che significa “trovatore”. Quindi, secondo l’autore leader è “colui che trova il cammino”. “I leader trovano la strada. Sono coloro che leggono i segnali e gli indizi. Vedono e mostrano la via. Sono degli apripista”.

Continuando a leggere il capitolo, mi imbatto in un aneddoto dell’autore: una certa mattina ha parlato a degli scout dei risultati di uno studio di un certo dottor Gerald Bell, studioso del comportamento umano, e poi insieme ad alcuni scout nel pomeriggio lo incontra in modo del tutto fortuito ed entrambi restano molto colpiti della coincidenza. Il dottor Bell nello studio suddetto riporta che ha intervistato più di 4000 dirigenti in pensione ultrasettantenni: alla domanda “Se potessi vivere di nuovo la tua vita, cambieresti qualcosa ?”, la risposta più gettonata, quella che distanziava di molto tutte le altre, è stata:

“Mi sarei preso cura della mia vita e avrei stabilito prima i miei obiettivi. La vita non è allenamento, è vivere la realtà”.

Una storia di una coincidenza nella coincidenza. 

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Fabrizio Santi  c/o  Studio Santi & Associati © Novembre 2018