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CON LA RIFORMA DEL CATASTO "NON SI PAGHERA' NE' PIU' NE' MENO DI QUELLO CHE SI PAGA ORA". SARA' VERO ?

Chi si occupa di assistenza fiscale e che conosce i meccanismi di calcolo dell'IMU non può che storcere il naso, così come lo storce quando sente parlare di "semplificazioni"... 

Allora, in un momento difficile come questo, pensare di aggiornare le rendite catastali, con nuove tariffe d'estimo e nuovi criteri di determinazione delle rendite stesse, senza che aumenti l'IMU, è come credere a Babbo Natale. E' piacevole ma porta fuori dalla realtà.

Il premier parla di riduzione del coefficiente di 160 perché sa già che le rendite aumenteranno. Ma per rendere "neutro" l'aumento delle rendite in riferimento al calcolo dell'IMU si dovrebbe ritoccare detto coefficiente relativo agli immobili ad uso abitativo così come gli altri coefficienti riferiti ad altre tipologie di immobili (negozi, laboratori, ecc.).

E dato che la revisione delle rendite catastali non sarà di certo omogenea, a prescindere come saranno ridotti (o ritoccati) i suddetti coefficienti, NON sarà possibile che detta revisione risulti poi neutra ai fini IMU.

Le malelingue, ma solo loro, direbbero che le differenze saranno solo a sfavore dei contribuenti. Del resto, a favore delle malelingue c'è una domanda che aleggia nell'aria: "perché dovrebbero prendersi tutto questo disturbo e porre in essere proprio adesso la riforma del catasto, dopo che se ne parla da anni, per non arrivare a riscuotere un euro in più ?" 

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30.09.2021.