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T.F.M. (Trattamento di Fine Mandato): indicazioni per la sua quantificazione.

(intervistiamo Chat GPT)

D: T.F.M., ossia Trattamento di Fine Mandato per gli amministratori di società, la normativa fiscale non fornisce alcuna indicazione sul suo "quantum" massimo accettabile fiscalmente per ciascun anno. Una certa prassi lo quantificherebbe in un tetto massimo del 30% del compenso degli amministratori. Cosa si può dire in proposito ?

R: Ciao! Per quanto riguarda il T.F.M. (Trattamento di Fine Mandato) degli amministratori di società, è vero che la normativa fiscale non stabilisce un limite massimo preciso per il suo importo annuale. Tuttavia, si può dire che, in assenza di indicazioni specifiche, l'interpretazione più prudente e condivisa è quella di considerare un limite ragionevole intorno al 30% del compenso annuo degli amministratori.

Questo limite non è imposto dalla legge, ma rappresenta una linea guida di buon senso per evitare che il trattamento di fine mandato venga considerato eccessivo o non conforme a quanto normalmente praticato. In ogni caso, è importante che l'importo sia giustificato e proporzionato rispetto alla funzione svolta e alle prassi di settore, per evitare contestazioni fiscali o problemi di deducibilità.

Se hai bisogno di approfondimenti o di una consulenza più specifica, sono qui per aiutarti!

 

D: Nelle grandi società, anche quotate, come si regolano per il T.F.M. degli amministratori ?

R: Ciao! Nelle grandi società, anche quotate, la gestione del T.F.M. (Trattamento di Fine Mandato) degli amministratori è spesso regolamentata attraverso specifiche politiche interne, statuti o patti parasociali. Queste società tendono a adottare prassi più strutturate e trasparenti, spesso prevedendo piani di incentivazione e regole chiare per il calcolo e la maturazione del T.F.M. Inoltre, molte di queste società si affidano a consulenti specializzati e a prassi di mercato per definire le condizioni più appropriate, assicurando che il trattamento sia proporzionato, giustificato e conforme alle normative di settore. In alcuni casi, possono anche prevedere fondi dedicati o piani di accumulo specifici per garantire la copertura di tali obblighi futuri, sempre nel rispetto delle normative fiscali e di governance. Se vuoi, posso aiutarti a capire meglio come si regolano in casi specifici o fornirti esempi pratici!

 

D: Puoi fare degli esempi di prassi di mercato in tal senso per la quantificazione del T.F.M. ?

R: Certo! Ecco alcuni esempi di prassi di mercato che le grandi società, anche quotate, spesso adottano per la quantificazione del T.F.M. degli amministratori:

  1. Percentuale sul compenso annuo: molte società stabiliscono che il T.F.M. corrisponda a una percentuale del compenso annuo degli amministratori, tipicamente tra il 20% e il 30%. Ad esempio, se un amministratore riceve 100.000 euro all'anno, il T.F.M. potrebbe essere calcolato tra 20.000 e 30.000 euro.
  2. Calcolo in base alla durata del mandato: alcune aziende prevedono un importo di T.F.M. proporzionato alla durata del mandato. Per esempio, un amministratore con un mandato di 3 anni potrebbe maturare un T.F.M. pari a circa 1/3 del compenso annuale per ogni anno di mandato, con eventuali maggiorazioni o riduzioni in base alle performance o alle prassi di settore.
  3. Utilizzo di piani di incentivazione: in alcune società, il T.F.M. viene calcolato considerando anche eventuali piani di incentivazione a lungo termine, come stock option o piani di stock grant, che vengono convertiti in valore monetario e inclusi nel trattamento di fine mandato.
  4. Fondi di riserva dedicati: alcune grandi aziende creano fondi di riserva specifici, alimentati periodicamente con quote del compenso o con accantonamenti, per garantire la copertura futura del T.F.M., seguendo prassi di mercato e best practice di governance.
  5. Benchmark di settore: molte società si confrontano con benchmark di settore o con le prassi adottate da società comparabili per definire un importo ragionevole e conforme alle prassi di mercato.

Ricorda che, anche se queste sono prassi comuni, è importante che ogni società valuti la propria situazione specifica e si assicuri che le modalità di calcolo siano trasparenti, giustificate e conformi alle normative fiscali e di governance. Se vuoi, posso aiutarti a capire come applicare queste prassi al tuo caso particolare!

 

D: In rifermento a Benchmark di settore, puoi fare qualche esempio ?

R: Certo! Quando si parla di benchmark di settore per la quantificazione del T.F.M. degli amministratori, ci si riferisce a confronti con società simili in termini di dimensioni, settore di attività, mercato di quotazione e struttura organizzativa. Ecco alcuni esempi pratici:

1. Società del settore energetico: ad esempio, grandi aziende energetiche quotate come Enel o Eni spesso adottano prassi di mercato in cui il T.F.M. degli amministratori si aggira intorno al 20-25% del loro compenso annuo, con variazioni in base alla durata del mandato e alle performance.

2. Settore bancario e finanziario: banche come Intesa Sanpaolo o Unicredit tendono a stabilire T.F.M. che rappresentano circa il 15-20% del compenso annuo, con piani di incentivazione collegati a obiettivi di performance e con fondi di riserva dedicati.

3. Settore delle grandi multinazionali quotate: aziende come Ferrari o Pirelli, che operano in settori industriali o di lusso, spesso si confrontano con benchmark di società comparabili in termini di dimensioni e complessità, adottando percentuali di T.F.M. tra il 20 e il 30% del compenso annuo, con eventuali variazioni in base alle prassi di mercato e alle politiche di governance.

4. Settore tecnologico: aziende come STMicroelectronics o Leonardo, che operano in settori innovativi, possono adottare prassi di mercato più flessibili, con T.F.M. calcolati anche in base a piani di incentivazione a lungo termine e fondi di riserva, spesso confrontandosi con società di dimensioni e complessità simili.

Questi esempi sono indicativi e si basano su prassi di mercato generalmente osservate, ma è sempre importante considerare le specificità di ogni settore e di ogni società. Se vuoi, posso aiutarti a individuare benchmark più specifici in base al settore di interesse!

 

D: Sì, grazie. Per esempio nell'edilizia ? E nella G.D.O. ?

R: Ottimo! Parliamo di benchmark di settore per il T.F.M. sia nell'edilizia che nella grande distribuzione organizzata (G.D.O.). Ecco qualche spunto:

Edilizia:
Nel settore edilizio, le società tendono ad adottare prassi di mercato più conservative, considerando la natura ciclica e spesso meno profittevole di questo settore.

  • Il T.F.M. degli amministratori può variare tra il 10% e il 20% del loro compenso annuo.
  • Spesso si preferisce un approccio più prudente, con accantonamenti periodici e fondi di riserva, per far fronte a eventuali crisi o rallentamenti del settore.
  • Le società di grandi dimensioni o con progetti internazionali possono adottare prassi più simili a quelle di altri settori industriali, con percentuali più alte o piani di incentivazione collegati a obiettivi di lungo termine.

Grande Distribuzione Organizzata (G.D.O.):
Nel settore della G.D.O., le aziende sono spesso più strutturate e con margini più stabili, quindi le prassi di mercato tendono ad essere più consolidate.

  • Il T.F.M. degli amministratori può oscillare tra il 15% e il 25% del compenso annuo.
  • È comune l’uso di piani di incentivazione legati a obiettivi di vendita, margine e crescita del fatturato, con fondi di riserva dedicati.
  • Le grandi catene di supermercati o ipermercati quotate o di grandi dimensioni spesso adottano prassi di benchmark con altre società del settore, come Coop, Conad o Esselunga, confrontandosi con le loro prassi di calcolo del T.F.M. e delle incentivazioni.

Ricorda che queste sono indicazioni di massima e che ogni società può adattare le prassi alle proprie specificità, sempre mantenendo trasparenza e conformità alle normative. Se vuoi, posso aiutarti a individuare benchmark più dettagliati o specifici per una determinata azienda o segmento!

 

30 Aprile 2025.