Un cliente del nostro piccolo bar, lo stesso dell’articoletto precedente, entra e ordina un caffè al banco, ma dato che soffre di mal di schiena da qualche giorno, chiede di sedersi all’unico tavolo libero, guarda caso all’interno del bar stesso (anzi” al chiuso” come si esprime il decreto legge di riferimento).

“Fermo lì”, gli intima il barista (che dalla vetrina intravvede un’auto della polizia).

“Mi mostri il Suo Green Pass !”

Il malcapitato si fruga nelle tasche e – accidenti ! – “ce l’ho cartaceo e l’ho dimenticato negli altri pantaloni”.

Il barista, un po’ ingrugnato per la situazione già grottesca, gli dice “Vabbè, si segga nel tavolini esterni, fuori, nel pergolato !”

Il cliente: “ma è tutto pieno e mo’ che fo’ ?”

Il barista: “senza green pass o beve il caffè in piedi o deve andarsene, perché se si siede “al chiuso”, senza certificato verde, arriva la polizia e mi fa la multa. E la fa anche a Lei !”.

Il cliente brontolando dice: “ma che differenza c’è se lo bevo in piedi o a pochi centimetri più in basso piegando le ginocchia ? mi fa male la schiena !”

Il barista gli mostra la sua APP di lettura del green pass sventolandogli il suo smartphone sotto il naso, giusto per chiudere il discorso.

Così, il cliente ormai rassegnato, beve il caffè in piedi, in fretta e furia, si scotta la lingua, paga, con il mal di schiena che lo tormenta, esce e … e allora decide di andare subito a comprare una macchinetta per farsi il caffè a casa e relative capsule (Lavazza o Nespresso-compatibili, non gl’importa), “così mi godo i miei caffè stando seduto dove mi pare a casa mia e senza dover esibire passaporti e certificati verdi/gialli e rossi, come fossi in dogana,  mi siedo e non sento più ‘sti dolori maledetti alla schiena, ***acc. dannaz. malediz.***”.

Beh, … se la raccontiamo a uno che viene da un altro pianeta, non ci crede. E noi non possiamo che dirgli “Benvenuto nel Pianeta Terra ! Se vuoi il caffè al tavolo, esibisci il green pass oppure lo bevi in piedi”.

30 luglio 2021.