I DIVERSI RATING da ATTRIBUIRE all'ITALIA
Non è equo ridurre la valutazione di un Paese ad una tripla A o a una tripla B.
Non è giusto né obiettivo.
Sul sito dell’ANSA del 16.11.2019 si rilevano due notizie, tra le tante:
- Rating dell’Italia: BBB attribuito da DBRS (rating agency)
- Classifica del benessere: l’Italia è al 29esimo posto sopra gli USA
Fanno parte di quei numerosi dati contrastanti che riguardano in nostro Paese.
Per gli aspetti negativi del nostro Paese ci pensiamo da soli a evidenziarli e anche a divulgarli senza pudore, dato che siamo campioni mondiali imbattuti nell’autoflagellazione.
Per gli aspetti positivi spesso ci pensano con maggiore assiduità gli italiani che vivono all’estero e gli stranieri, che vedono nel nostro Paese qualità invidiabili, tra cui l’imprenditorialità diffusa ed il genio imprenditoriale, la creatività e la capacità di adattamento anche alle situazioni più difficili.
Ma se rivolgiamo l’attenzione alle nostre istituzioni, in particolare la Pubblica Amministrazione e - ebbene sì - la Politica, il discorso cambia.
Quanti rating dovremo dare ai vari aspetti del nostro Paese ?
Potremo arrivare ad ottenere rating per l’imprenditoria, per la politica, per le istituzioni, per la magistratura, per la pubblica amministrazione, per la solidarietà, per l’assistenza sanitaria, per la qualità della vita, e così via.
C’è chi prenderebbe la tripla C e chi arriverebbe alla tripla A, senza dubbio.
Ovviamente, occorre giudicare in modo imparziale e secondo dei criteri condivisi.
Ma, ammettendo che tale votazione fosse possibile, che i soggetti che attribuiscono i giudizi (ossia, i rating) giudicassero in modo imparziale e che ci fossero criteri condivisi per il giudizio, a quali conclusioni si arriverebbe sia in Italia che negli altri Paesi ?
Si otterrebbero dei voti “stratificati” per singoli “comparti” e non solo per la parte economica e finanziaria, che poi è il risultato di un intero sistema.
Magari potremmo anche valutare in modo più obiettivo un singolo Paese e magari gli stessi abitanti di quel Paese potrebbero constatare dove si eccelle e dove si è deficitari, in quest’ultimo caso non solo per criticare sterilmente, e spesso a priori, ma anche per contribuire al miglioramento.
Non possiamo accontentarci dei giudizi di Moody’s, di Standard & Poors, di Fitch, di Dbrs e di altre società di rating per valutare un Sistema Paese. I cui “voti” anche in un recente passato non hanno dimostrato di essere sempre obiettivi e disinteressati.
Quando rivolgiamo l’attenzione sul nostro Paese dobbiamo farlo con obiettività e analizzando tutti gli aspetti che contano e non solo quelli che vogliamo vedere e che ci fanno comodo in quel dato momento.
Ma se è vero che anche un lungo cammino parte da un primo passo, allora per cambiare le cose dobbiamo farlo questo passo, cominciando a vedere le cose in modo obiettivo e completo.
Studio Santi & Associati © Dicembre 2019