LA CLASSIFICA MONDIALE DEL PIL PROCAPITE
Esponiamo di seguito una particolare classifica di Stati nel mondo predisposta sulla base del rispettivo Prodotto Interno Lordo procapite.
Più precisamente trattasi del PIL PPA (Parità di Potere di Acquisto) procapite.
Questo rappresenta il PIL di uno Stato diviso per la popolazione media dello Stato stesso in un determinato anno.
Essendo calcolati sul PIL adeguato alle Parità dei Poteri di Acquisto e quindi tenendo conto del diverso costo della vita dei diversi Paesi, questi valori meglio rappresentano la ricchezza dei diversi popoli dei diversi Paesi rispetto alla lista di Stati basata sul PIL (nominale) pro capite e permettono quindi di comparare più fedelmente, anche se non esaustivamente, il benessere relativo dei singoli Paesi. [1]
I dati, riferiti all’aprile 2016, provengono dal Fondo Monetario Internazionale e sono espressi in USD: [2]
I primi 10
Dalla posizione 11 alla 20
Dalla posizione 21 alla 32
Finalmente troviamo l’Italia, in 31esima posizione.
In sintesi, il PIL italiano nella classifica mondiale si trova all’8° posto (dati 2012 e 2013) [3], mentre il PIL procapite ha una posizione notevolmente più bassa “in classifica”.
Anche gli Stati Uniti d’America hanno una situazione di notevole divario tra la prima posizione mondiale per dimensioni del PIL e la decima posizione per il PIL procapite.
Nelle prime dieci posizioni della “classifica” del PIL procapite figurano ben 5 Paesi che vantano notevoli produzioni nell’ambito energetico, in particolare petrolio e gas naturale (Qatar, Brunei, Kuwait, Norvegia, Emirati Arabi), che costituiscono una parte rilevante del proprio PIL complessivo.
Non sorprende la presenza nelle prime 10 posizioni di piccoli Stati quali Lussemburgo, Singapore, San Marino e Hong Kong, i cui PIL provengono in buona parte dal terziario avanzato e dai servizi in genere, con l’eccezione del Lussemburgo per l’ambito industriale, come vedremo di seguito.
Il Qatar, primo in questa particolare classifica, ha la stessa estensione territoriale dell’Abruzzo, ma oltre a possedere vaste riserve di petrolio, vanta anche una ulteriore risorsa costituita dai giacimenti di gas naturale nella zona denominata “North West Dome”, nel bel mezzo del Golfo Persico, in cui si trovano i più grandi depositi del mondo di gas naturale non associato al petrolio.[4]
L'economia del Lussemburgo, secondo in classifica, è basata prevalentemente sul settore bancario e sui servizi, che creano l'86% del PIL, mentre i contributi dell'industria e dell'agricoltura sono rispettivamente pari al 13,6% e 0,4%. Infatti, pur essendo soprannominato "Cuore verde d'Europa", il Lussemburgo ha un'economia altamente industrializzata e ad alta intensità di esportazioni, che gode di un grado di prosperità senza pari tra le democrazie industrializzate.[5]
E’ appena il caso di precisare che il PIL procapite non è il solo indicatore di benessere di uno Stato, tant’è che potrebbe mascherare, come in effetti spesso accade, forti squilibri tra gruppi di persone e con ricchezze enormi in mano a pochi.
Inoltre, è utile considerare le differenze territoriali, con l’eccezione plausibile degli Stati molto piccoli.
Infatti, per esempio, il PIL procapite italiano può anche essere stratificato per regione (ma anche per provincia) e ciò evidenzia quanto possano essere ampie le differenze tra un territorio e l’altro all’interno dello stesso Stato.
Studio Santi & Associati © Febbraio 2018
[1] Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Stati_per_PIL_(PPA)_pro_capite
[2] Fonte: Fondo Monetario Internazionale, richiamato da wikipedia (cfr. nota precedente), dati riferiti all’aprile 2016.
[3] http://www.studio-santi.it/blog/macroeconomia/p-i-l-classifica-dei-primi-20-paesi/
[4] https://it.wikipedia.org/wiki/Qatar#Economia
[5] https://it.wikipedia.org/wiki/Lussemburgo#Economia